L’Akragas perde altri due giocatori importanti. Adesso sono ufficiali anche le cessioni, a titolo definitivo, al Catanzaro dell’attaccante Guido Gomez e dell’esterno di centrocampo Matteo Zanini.
Nelle prossime ore attese alcune operazioni in entrata per rimpinguare una rosa che si va sempre più restringendo.
Sconfitta netta. Partita senza storia. La Fortitudo Moncada Agrigento cede a Latina col punteggio di 80 a 62 e si vede raggiunta in classifica proprio dai laziali. Latina peraltro ribalta il -9 dell’andata.
Una serataccia per Agrigento che ha saputo resistere solo venti minuti. Latina ha vinto con merito al termine di una gara sempre condotta. La squadra di Gramenzi ha giocato con aggressività difensiva e maggiore lucidità in attacco.
Nella Fortitudo Moncada Agrigento poco da salvare se non la buona prestazione dell’americano Perrin Buford, capace di sorreggere l’attacco biancazzurro finché la partita è stata in equilibrio.
Per la Fortitudo Moncada Agrigento sicuramente un passo indietro rispetto alle precedenti prestazioni. Si tratta della seconda sconfitta consecutiva.
A fine gara il coach Franco Ciani riconoscerà che “Agrigento a Latina ha smarrito la capacità di essere squadra, la voglia di lottare mostrata nelle ultime dieci partite. Fortitudo inguardabile, incapace di trovare il ritmo giusto. Bisogna lavorare per ritrovare la giusta strada”.
Prossimo impegno di campionato per la squadra di Franco Ciani domenica prossima in casa contro la Viola Reggio Calabria. Fischio d’inizio alle 18.
Benacquista Latina – Fortitudo Moncada Agrigento 80-62 (19-16; 38-35; 62-48)
Benacquista Latina: Arledge 12 (4/6, 1/5, 1/2 tl), Passera 4 (0/3, 0/2, 4/4 tl), Mathlouthi 2 (1/1), Poletti 20 (5/11, 3/5, 1/2 tl), Ambrosin, DeShields 19 (6/12, 2/3, 1/1 tl), Uglietti 15 (3/8, 1/3, 6/8 tl), Allodi 2 (1/3), Pastore 6 (2/8 da tre), Di Prospero. All. Franco Gramenzi
Fortitudo Moncada Agrigento: Bucci 3 (0/1, 1/2), Buford 33 (11/20, 3/9, 2/2 tl), Cuffaro, Zugno 5 (2/2, 1/1 tl), Evangelisti 2 (1/2, 0/1), Ferraro 6 (1/2 da tre, 3/5 tl), Chiarastella (0/1 da tre, 0/2 tl), De Laurentiis 2 (1/2, 0/2), Piazza 5 (1/7, 0/4, 3/4 tl), Bell-Holter 6 (1/2, 0/5, 4/6 tl). All. Franco Ciani
“Ancora non ci credo. E’ una gioia immensa. Ho visto arrivare il pallone ed ho solo pensato di metterla dentro. Sono felice per me e per l'Akragas. Ringrazio chi mi ha dato fiducia”.
Simone Sicurella, 19 anni, di Porto Empedocle, è l’eroe di giornata. E’ l’emblema dell’Akragas che guarda al futuro con speranza, con ancora voglia di emozionare e reagire ai problemi, reagire contro chi la dà per fallita e morta. Raffaele Di Napoli lo ha voluto in prima squadra convocandolo dalla formazione Berretti allenata da Accursio Sclafani. Simone ha risposto con una prestazione smaliziata ed un gol che ha regalato una grande gioia al pubblico dell’Esseneto.
L’Akragas si affida ai giovani, al loro grande cuore, confidando nel frattempo di risolvere i problemi societari. Il tecnico Raffaele Di Napoli aveva chiesto ai suoi ragazzi di tapparsi le orecchie e correre, metterci cuore e grinta. La squadra ha interpretato nel migliore dei modi il pensiero dell’allenatore e col Fondi è venuta fuori forse la partita migliore della stagione. Un pari colto in extremis nei minuti di recupero ma meritatissimo, colto contro una squadra tecnicamente superiore. L’Akragas ha sbloccato la gara con Russo dopo dieci minuti di gioco. Nel secondo tempo i due gol di Calderini sembravano condannare l’Akragas ed, invece, nei minuti di recupero la perla di Sicurella che regala ai biancazzurri un punto d’oro per continuare a sperare in una salvezza difficile ma non impossibile. A fine gara tutti sotto la Curva Sud a festeggiare. Tifosi e squadra si stringono, si sugella una sorta di patto di ferro: “Akragas, credici, combatti con coraggio, lotta col cuore”. Paradossalmente oggi sembra che Akragas e tifosi siano legati da un amore ancora più forte.
A fine gara il tecnico dell’Akragas, Di Napoli, con orgoglio ha ringraziato i suoi ragazzi per l’impegno ed il sacrificio. “Per la salvezza vogliamo esserci anche noi fino alla fine. Spero questo pareggio possa riportare serenità nell’ambiente. Noi abbiamo dato un segnale importante che mi auguro venga recepito. Se stiamo uniti e compatti possiamo salvare la categoria”.
Chi pensa che l’Akragas è destinata a morire dovrà fare i conti con una città che tiene alla propria squadra. Al Comune di Agrigento questa mattina la questione Akragas è stata al centro di un incontro convocato dal sindaco, Calogero Firetto, e dall’assessore allo sport, Giovanni Amico. Quest’ultimo ha ricoperto il ruolo di direttore generale del club ed è particolarmente sensibile alle sorti del club. Proprio Amico, insieme all’agente Fifa Dario Scozzari sta sensibilizzando una cordata romana di imprenditori per coinvolgerli nel progetto Akragas.
“L’Akragas è un patrimonio di Agrigento e non può certamente scomparire, fa parte di noi agrigentini, la sentiamo nostra. Ecco perché in questo momento dobbiamo stringerci attorno a quanto di buono c’è al momento nel club e lavorare per contribuire a salvare la squadra. Riguardo il gruppo romano, la trattativa c’è ma deve definirsi. Abbiamo inviato parte della documentazione richiesta e speriamo possa concretizzarsi. In questo momento dobbiamo pensare a salvare la società ripartendo da Silvio Alessi col quale vogliamo sederci a tavolino per discutere le mosse utili a questo”.
Anche il sindaco Calogero Firetto ha voluto ribadire la vicinanza del Comune all’Akragas. “Abbiamo stipulato una convenzione e adesso l’Akragas è chiamata a realizzare l’impianto di illuminazione così come avevamo stabilito. Il club potrà utilizzare gli spazi pubblicitari all’interno dell’impianto. All’esterno non è consentito così come votato dal consiglio comunale negli anni scorsi. Ciò che conta oggi è salvare l’Akragas e darle un futuro. Da parte nostra non mancherà l’adeguato sostegno per quanto nelle nostre possibilità. A Giavarini chiedo, però, rispetto in virtù proprio della convenzione stipulata”.
C’è grande voglia di riscatto in casa Fortitudo Moncada Agrigento. La sconfitta di domenica scorsa con Biella ha lasciato l’amaro in bocca ma al contempo desiderio di tornare in fretta al successo. Avversaria di turno è Latina di coach Franco Gramenzi. Una squadra in gran salute che vive un momento particolarmente brillante di risultati. Il coach Franco Ciani carica a dovere i suoi ed anche in conferenza pre gara offre alla stampa gli ingredienti motivazionali dell’appuntamento di domenica prossima in terra laziale.
“Sarà come rivivere la sfida Agrigento – Biella della scorsa settimana. Contro Latina vogliamo tornare al successo per tenerli a distanza ma servirà molta attenzione e concretezza. Latina è squadra insidiosa e sta anche attraversando un ottimo momento. Ha un roster abbastanza ampio con otto giocatori molto esperti che conoscono bene il campionato”.
Voglia di successo anche in Rino De Laurentiis. “Abbiamo metabolizzato la sconfitta in extremis con Biella. Adesso ci attende un’altra gara difficile. Dovremo essere bravi a giocare una pallacanestro concreta e, soprattutto, fare molta attenzione in difesa. Fuori casa non puoi permetterti di subire molti punti altrimenti recuperare diventa difficile. Sarà dura ma vogliamo fare bene”.
“Tifosi Akragantini, a seguito delle vostre numerose richieste di un mio nuovo reingresso come socio all’Akragas, desidero dirvi che a tutto oggi io sono ancora socio al 54% sulla carta, ma la mia decisione di non finanziare più l’Akragas, anche per gli altri soci come lo scorso campionato, è irrevocabile . Vi ricordo inoltre che dal Novembre 2016, data nella quale ho comunicato la mia uscita da finanziatore dell’Akragas, in quanto il progetto della serie B che vi avevo comunicato, per motivi di forza maggiore, non è più realizzabile, mio malgrado, per le condizioni che si sono venute a creare in casa Akragas. Sono consapevole delle mie promesse, ma subito dopo le mie promesse della serie “B” sono stato lasciato solo con innumerevoli problemi, ad iniziare dallo stadio che era inagibile e senza impianto di video sorveglianza, e che io ho dovuto finanziare.
Mi era stato promesso che l’impianto luci dell’Esseneto lo avrebbero realizzato altri e non l’Akragas, ma a settembre 2015 scopro e mi viene detto che le luci allo stadio li doveva fare l’Akragas. Il grosso problema è che sono stato lasciato da solo a mettere i soldi. Soltanto il presidente del Cda Silvio Alessi mi è stato sempre vicino. Da allora il mio entusiasmo è venuto meno per molteplici fattori. A chi mi chiede del perché della mia uscita a campionato iniziato rispondo che la goccia che fa’ traboccare il bicchiere può accadere in qualsiasi momento e a me è successo a Novembre. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il problema che si è venuto a creare con la pubblicità nelle mura esterne delle stadio. Per quanto riguarda la figura di Peppino Tirri , persona che stimo per la sua professionalità, è doveroso dire che da Novembre abbiamo intrapreso strade diverse. Io ho deciso di cedere le mie quote e di uscire dall’Akragas come socio e di non mettere più soldi di tasca mia, mentre lui ha deciso di sua spontanea volontà di continuare nel suo ruolo di amministratore delegato dell’Akragas al fine di aiutare a trovare altri finanziatori e, insieme al Presidente Alessi, a salvare il Club.
Per chiarezza di tutti è bene sapere che nessuno mi rappresenta ad Agrigento e in Akragas, e vi invito a non identificare l’operato e la persona di Tirri con la mia persona. Se Tirri dovesse rimanere nell’akragas non significa che Giavarini è nell’Akragas, perché io ormai sono fuori da mesi. Tirri non dispone più del mio aiuto economico come prima, ma anzi insieme ad Alessi fanno il possibile per autofinanziare l’Akragas. Ho lasciato la società a Novembre senza punti di penalizzazioni da parte della Lega Pro e con gli stipendi pagati fino a Novembre 2016. Ho lasciato la squadra in zona salvezza come punti raccolti in campionato, e non ho lasciato una nave che sta’ affondando in alto mare, ma bensì una nave ben ancorata al porto e con benzina a sufficienza per alcuni mesi, al fine di permettere ad un altro nuovo imprenditore agrigentino, romano o di qualsiasi nazionalità di salire al comando. Ma questo nuovo imprenditore, purtroppo, non si riesce a trovare. Ieri ho appreso, attraverso il comunicato stampa di Alessi, che nessuno si è fatto avanti per investire sull’Akragas come socio di maggioranza o socio di minoranza, per cui io non sono e non sarò responsabile del futuro e di cosa possa capitare all’Akragas nei prossimi mesi, questo sia ben chiaro.
Io ho regalato alla città di Agrigento un campionato in “Lega Pro” finanziato da me per la maggior parte con 1.300.000 euro di soldi miei , e le cose andavano bene fino a Novembre. Adesso che dal mese di Novembre io non finanzio più e gli altri sei soci non hanno mai finanziato, voi tutti potete vedere come vanno le cose. Desidero ringraziare quella parte di tifosi che mi sono stati vicini e posso immaginare la loro delusione per la mia uscita dall’Akragas e per le mie promesse non mantenute, ma spero capiscano la mia amarezza. Però voglio togliermi una soddisfazione e accontentare tutti quei tifosi che fin dal primo giorno non hanno fatto altro che dire e scrivere “ licatese vai via”: bene adesso che sono andato via voglio vedere cosa sapete fare senza di me, metteteci i soldi voi e mantenetevi la squadra. Noto che senza di me l’Akragas sta smantellando la squadra e potrebbe fallire. Nel giugno del 2015 l’Akragas era sull’orlo del fallimento ed io l’ho salvata.
Adesso senza di me rischiate di nuovo il fallimento. Vedete nel calcio si vive anche di riconoscenza e allora volentieri un presidente o i soci mettono i soldi per il bene della squadra, ma io dopo tutti gli insulti che ho ricevuto prima, per la rivalità con Licata, e anche in questi giorni sulla mia pagina facebook, presa letteralmente d’assalto con insulti vergognosi, per tutto questo non posso fare altro che allontanarmi sempre di più dallAkragas. Andate avanti senza di me. A chi mi chiede della cordata Romana, posso rispondere che io non ci ho mai creduto, tutta la mole dei documenti che hanno voluto mi sembra quasi un alibi, perché non servono tutti questi documenti per decidere se entrare o no nell’Akragas. Io ci sono passato in prima persona, quando a maggio del 2015 mi hanno proposto l’Akragas, ho visionato con i miei contabili i documenti e in venti giorni ho deciso. Sono venuto ad Agrigento, ho pagato i vecchi debiti della precedente amministrazione e dei vecchi soci, e sono entrato in società.
Quando c’è la volontà, queste cose si fanno in venti giorni e non in due mesi. Apprezzo la buona fede dell’assessore Giovanni Amico, ma evidentemente non c’è la volontà dei Romani di investire in Akragas però si continua ancora a tirarli in ballo per dare fumo negli occhi e dire che io non ho intenzione di cedere le quote. Confermo che io le le mie quote le regalo a chiunque ne faccia richiesta. A questo punto tra me e i tifosi è rottura totale per cui è giusto che io mi metta da parte, rimango a guardare e tifare Akragas la domenica. L’Akragas a questo punto dovrebbe imparare ad autogestirsi con le entrate che le arrivano dalla Lega, sponsor e biglietti, visto che nessuno dei soci in essere non può più finanziarla e dato che non si trovano finanziatori nuovi. Mi sembra che nessuno vuole l’Akragas e chiedetevi come mai? Avevate trovato me un investitore che vive all’estero e finanziato l’Akragas, e l’avete fatto stufare. Forse sono io che non sono adatto al calcio ad Agrigento? Le opinioni probabilmente sono divergenti e siccome sono io che ci metto i soldi, sono io che decido se restare o no in Akragas.
A chi mi chiede cosa servirebbe per un mio rientro economico in Akragas, rispondo che prima di tutto bisogna rispettare le mie origini licatesi, visto che sono i soldi di un originario di Licata ad avere mantenuto l’Akragas in Lega pro: Licata è la mia città natale di cui ne vado fiero. Non si può sputare sul piatto dove si mangia. Mi piacerebbe vedere uno striscione con la scritta “ benvenuti ai licatesi “ allo stadio e non le solite offese. Bisogna essere masochisti “pagare per essere insultati” ed io non lo sono. Rimango a guardare cosa sanno fare senza di me. Intanto io sono fuori e tifo Akragas, questo nessuno può vietarmelo. Augurando un campionato di salvezza all’Akragas, porgo i miei saluti".
L’effetto ridimensionamento prosegue. Lascia l’Akragas anche il difensore Luigi Carillo. Il calciatore passa alla Paganese.
A comunicare l’avvenuto accordo è il sito ufficiale della Paganese. La società campana scrive di “avvenuto deposito contrattuale per l’acquisizione definitivo del difensore centrale Luigi Carillo dalla SS Akragas”.
Su facebook c’è chi con buona dose di ironia si rivolge persino al nuovo presidente degli Stati Uniti, Trump, chiedendo di comprare l’Akragas; Chi invoca altre intercessioni dall’alto pur di non farla morire, pur di non perdere quella Lega Pro inseguita e conquistata dopo trentanni di sofferenze sportive.
L’oggi è un club destinato alla deriva. Di giorno in giorno quel giocattolo che per cinque anni ha regalato emozioni e divertimento si sta distruggendo. Lo spettro della retrocessione e del fallimento tecnico si concretizza sempre più.
Ma tutti gli attuali protagonisti rivendicano le proprie ragioni. Tutti sostengono di essersi spesi, di aver profuso il massimo sforzo, e di non essere più nelle condizioni di proseguire. Il programma di Tva “Solo Akragas” ha dato voce a tutti consentendo ai tifosi biancazzurri almeno di ascoltare ragioni e pareri di chi è al timone del club.
Il presidente onorario Marcello Giavarini, socio di maggioranza che da novembre ha annunciato il proprio disimpegno finanziario, non vuol più sentirne di sborsare denaro. “Ho dato tanto all’Akragas, adesso visto che non sono gradito dalla città lascio agli agrigentini la possibilità di dimostrare di poter mantenere la squadra in Lega Pro. Un licatese c’è riuscito, aspetto con ansia che gli agrigentini lo dimostrino…”. Giavarini stacca la spina dopo aver consentito all’Akragas lo scorso anno di iscriversi al campionato di Lega Pro, di realizzare alcuni interventi necessari per rendere lo stadio “Esseneto” idoneo ad ospitare le gare di campionato e di farsi carico anche di debiti pregressi. Non lo dice chiaramente ma lascia intuire che qualcosa si è rotto anche all’interno dello stesso gruppo dirigente, ed in particolare con chi lo ha portato ad Agrigento, ovvero l’amministratore delegato Peppino Tirri. Arrivando ad Agrigento aveva promesso la serie B nel giro di qualche anno “ma il venir meno presto degli impegni assunti dagli altri compagni di viaggio non ha consentito di dare seguito al progetto ambizioso”. Giavarini esterna le proprie ragioni così come il presidente del cda, Silvio Alessi. “Da solo non posso continuare. Vorrei ricordare a tutti che da cinque anni lavoro giorno e notte per il bene della nostra Akragas ma adesso non posso più farlo. Sicuramente non sarò il presidente che farà fallire il club ma un ridimensionamento dei costi è necessario ed urgente per concludere la stagione”. Con questo preciso obiettivo ha dato mandato all’amministratore delegato Tirri di procedere ad alcune cessioni di giocatori. Si impone, quindi, una linea ancora più verde all’insegna dell’ulteriore risparmio.
Non ci sarebbero gruppi imprenditoriali seriamente disposti a subentrare ed a salvare l’Akragas. Silvio Alessi ha dichiarato di aver messo a disposizione la documentazione contabile del club, ma finora nessuno ha mostrato interesse concreto. Eppure, Dario Scozzari, agente Fifa e dirigente che lo scorso anno ha contribuito a centrare la meritata salvezza, ha confermato d’aver personalmente fatto da tramite con un gruppo imprenditoriale romano che aveva interesse a rilanciare l’Akragas ma, comprensibilmente, voleva vederci chiaro. “Abbiamo avuto la possibilità di consultare solo una parte del bilancio societario, quello fino al mese di settembre. Ma nel frattempo l’Akragas ha indebolito l’organico, quel bilancio è assolutamente parziale. Pensate che chi vuol comprare sia disposto a concludere una trattativa ritrovandosi con un parco giocatori diverso rispetto a settembre e quindi con inferiori possibilità di centrare l'obiettivo della permanenza in Lega Pro? Spiace constatarlo ma qualcosa non quadra. Indebolire la rosa non mi sembra esattamente la strategia adeguata di chi si dice disposto a cedere una società. La trattativa non può svilupparsi”.
Tutti esprimono le proprie ragioni, così come anche l’ex dirigente Lillo Trupia secondo il quale quanto accade è, in sintesi, “il frutto di una gestione oltremodo dispendiosa. La soluzione? Giavarini, Alessi e Tirri dovrebbero continuare l’impegno ottenendo la permanenza in Lega Pro. Se l’Akragas retrocede finisce tutto, ad Agrigento il calcio muore”.
Tutti hanno le proprie ragioni, convinzioni e supposizioni. E mentre si discute il tempo trascorre inesorabile e con esso le possibilità di salvare la Lega Pro. Si va verso una retrocessione “pilotata”. A meno che non accada qualcosa per impedirlo in extremis. L’Akragas chiede aiuto. Chi risponde?