L’epilogo è amaro per l’Akragas. I buoni propositi si sono infranti in una finale molto negativa per i biancazzurri. In serie D va la Sancataldese e con pieno merito. Sul sintetico di Mazara del Vallo, i verde amaranto hanno rifilato tre gol e avrebbero potuti essere di più. La Sancataldese ha dimostrato di essere più organizzata, solida, con un gioco più redditizio.
L’Akragas ha fatto poco per imporsi. Al di la delle buone intenzioni non si è vista una squadra combattiva, capace di impensierire i nisseni di Settineri.
Già alla fine del primo tempo l’Akragas era KO, sotto di due gol: al 18esimo Kouamè e al 39esimo autogol di Candela. E, come se non bastasse, anche in dieci uomini per l’espulsione del portiere Compagno protagonista di un’ingenuità da principiante. A gioco fermo, e a distanza dalla propria porta, ha sgambettato il giocatore Tuccio che tardava a rialzarsi. Compagno è caduto nel tranello colpendo il giocatore della Sancataldese davanti allo sguardo dell’assistente di linea. Per il portiere agrigentino rosso diretto. Al suo posto è entrato il giovanissimo Marzino ed è uscito La Spina.
L’Akragas si è fatta vedere solo con un calcio di punizione di Rosario Licata che ha timbrato la traversa. Poi il nulla.
Nella ripresa, il tecnico Di Gaetano inserisce Bulades al posto Ferrante, Baio per Candela e Spinelli al posto di Giardina. Ma non cambia granché. I biancazzurri colpiscono un’altra traversa, questa volta con Villa di testa. La musica non cambia neppure con la Sancataldese in nove uomini per le espulsioni di Ferla e Azzara. Allo scadere i nisseni bucano ancora la retroguardia dell’Akragas con Saetta.
Finisce tre a zero. Festa grande in casa Sancataldese. Amarezza nel versante biancazzurro. Delusione tra i tifosi agrigentini presenti in gran numero e con calore e passione. Avrebbero meritato una prestazione più generosa, grintosa, intelligente e tecnicamente più valida. Non si è visto il "sangue agli occhi". I "giganti" sono apparsi piccoli. Adesso quale futuro per l’Akragas?