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Carmelo Lazzaro

Carmelo Lazzaro

Ogni partita ha una storia diversa. Ogni gara va affrontata con la massima concentrazione. Eventuali cali potrebbero costare caro, specie in partite come i play off. Ladispoli prepara gara 2.

Al palasport Panzani si preannuncia un’altra sfida intensa. Il presidente della squadra laziale Mauro Scimia suona la carica.

“Resto ottimista. La squadra cresce di settimana in settimana e a casa nostra può succedere di tutto, anche di pareggiare il conto. Sappiamo di affrontare una squadra ben organizzata, ma noi faremo di tutto per regalare il successo ai nostri tifosi”.

“E’ una vittoria dal valore aggiunto. Ladispoli è la squadra più forte che abbiamo incontrato da quando sono qui. Non ti lasciano respirare e non mollano mai. Le nostre ragazze sono state mostruose nel gestire i momenti topici dei primi due set e a tenere botta nei loro momenti migliori”.

Il tecnico della Seap Aragona, Paolo Collavini, così in sala stampa al termine della gara vinta dalle agrigentine contro Ladispoli. Il successo in gara 1 nella semifinale dei play off è importante, incoraggia ulteriormente la squadra che adesso può andare a Ladispoli sicuramente con maggiore tranquillità. Si torna in campo sabato pomeriggio al pala Panzani. 

La Seap Aragona affronterà Ladispoli nella semifinale play off per la promozione in B1. Gara 1 è in programma mercoledì 22 maggio alle 20,30 al palasport Nicosia. Gara 2 a Ladispoli sabato 25 maggio. Eventuale bella nuovamente ad Agrigento, mercoledì 29 maggio, alle 20,30.

 

Le romane approdano in semifinale dopo aver battuto, se vogliamo anche un po’ a sorpresa, la quotata Brindisi. Un’avversaria, dunque, per la Seap da non sottovalutare. Le agrigentine si stanno preparando al meglio con allenamenti specifici e test gara: nei giorni scorsi hanno affrontato a Comiso le locali.

Sarà ancora campionato di Promozione per l’Akragas. Per quest’anno addio sogni di Eccellenza. Il cammino dei biancazzurri nei play off si ferma sul sintetico di Carini dove il don Carlo Misilmeri riscatta le recenti sconfitte infliggendo un pesante 4 a 0. Sconfitta figlia di una prova sicuramente al di sotto delle possibilità dell’Akragas e di una serie di circostanze sfavorevoli.

La prima l’espulsione dopo appena quindici minuti del giocatore più estroso ed anche estroverso degli agrigentini, il palermitano Michele Settecase. Come accaduto nella precedente gara giocata dall’Akragas con il Don Carlo Misilmeri il calciatore non ha completato i novanta minuti. Farsi espellere in una gara importante, e dopo appena quindici minuti, non è da calciatore dal valore aggiunto. Settecase ha messo in grande difficoltà i propri compagni, danneggiato ancora una volta l’Akragas, e agevolato il don Carlo Misilmeri.  

Espulsione evitabilissima anche perché il palermitano era lontano dall’azione. E’ andato a cercarsela ed il direttore di gara non ci ha pensato due volte ad esibirgli il rosso. Ed anche la direzione arbitrale non è sembrata all’altezza della gara con decisioni assai discutibili.

L’Akragas non ha giocato la sua migliore partita e l’espulsione di Settecase ha indebolito i biancazzurri. Chi ha giocato non ha offerto la migliore prestazione, quella che serviva per avere ragione dei palermitani. Il Don Carlo Misilmeri ha inferto i propri colpi andando a segno nel secondo tempo per ben quattro volte. Akragas incapace di reagire e di impensierire la retroguardia biancorossa. Mai realmente pericolosa e propositiva.

Finisce quattro a zero. Il don Carlo Misilmeri accede alla finalissima di spareggio per accedere al campionato di Eccellenza. Per l’Akragas tutto da rifare, a cominciare dall’organizzare perbene la dirigenza.

Se non si creano basi solide non può esserci futuro. Se non si riescono a coinvolgere le forze produttive locali non si potrà programmare il vero rilancio del club. Quest’anno è stato l’anno zero dopo l’ennesimo fallimento ed in pochi giorni è stata approntata la squadra, ma è altrettanto vero che durante la stagione quasi nessuno ha dato una mano al gruppetto ristretto che ha sostenuto economicamente l’Akragas. E non si può certo contare quasi esclusivamente sul contributo dei tifosi.

Onore ai veri tifosi che hanno seguito l’Akragas a Carini, ed onore a chi lo ha fatto per tutta la stagione, in casa ed in trasferta. Non era facile dopo la grande amarezza dello scorso anno.  

L’Akragas inizia bene i play off. I biancazzurri hanno meritatamente superato il primo ostacolo vincendo sul campo del Salemi. La semifinale con i giallorossi è terminata sei a zero.

Come testimonia il punteggio, la gara non ha presentato particolari difficoltà per l’Akragas che ha chiuso la prima frazione di gioco già sul tre a zero.

La partita del “San Giacomo” è stata sbloccata da un’autorete, il raddoppio di Cimino e poi i gol di Santangelo, Bellavia, Incardona e La Rocca.

Un risultato importante che consente all’Akragas di approdare in finale di girone. Domenica prossima la squadra di Giovanni Falsone sarà impegnata al “Ribolla” di Palermo contro il Don Carlo Misilmeri. Chi passerà il turno affronterà poi la vincente dei play off di un altro girone.

Un legame destinato a continuare nel tempo. Seap Pallavolo Aragona e Croce Rossa Italiana insieme. La società agrigentina, tramite il presidente Nino Di Giacomo, ha consegnato un assegno da mille euro al presidente della Croce Rossa di Agrigento, Angelo Vita. Servirà a contribuire all’acquisto di un’ambulanza. Le mille euro sono il ricavato dall’incasso della partita che la Seap Aragona ha giocato contro il Santa Teresa di Riva.

Il presidente dell’associazione, Angelo Vita, ha ringraziato il club per il bel gesto.

“Siamo molto contenti e desideriamo ringraziare la Seap Aragona per il contributo per noi molto molto utile. E’ l’occasione per augurare il meglio alla squadra con l’auspicio di poter continuare la collaborazione anche in futuro”.

 

Il presidente Di Giacomo ha confermato la volontà di proseguire insieme. “Con la Croce Rossa ed il presidente Vita ci lega un bel rapporto di amicizia. Per quel che possiamo saremo ben felici di contribuire anche futuro promuovendo altre iniziative benefiche. Sport per noi vuol dire anche questo”.

E’ tornato ad Agrigento a distanza di quasi trent’anni ma il ricordo dell’ambiente è ancora vivo in Franco Bertoli. L’indimenticato giocatore della Panini Modena e della nazionale italiana di pallavolo oggi è consigliere federale della Fipav, la federazione italiana pallavolo, e mental coach. Prima dell’inizio della gara Franco Bertoli ha ricevuto un riconoscimento dal presidente della Seap, Nino Di Giacomo.

La sua presenza ad Agrigento è stata occasione per visitare la città e ammirare le innumerevoli bellezze del territorio, oltre che conoscere l’ambiziosa realtà della Seap pallavolo.

Al termine della gara Franco Bertoli si è intrattenuto con i giornalisti.

“Sono molto contento di essere qui e vi ringrazio dell’affetto che mi state dimostrando. Sono passati molti anni da quando venivo a giocare ad Agrigento con la mia Panini Modena ma ricordo perfettamente il vostro calore e la vostra passione. Ricordo quanto fosse difficile vincere al palasport Nicosia. Belle emozioni.

Rivedo Agrigento con occhi diversi e la trovo accogliente, ricca di risorse, e vi trovo più consapevoli delle vostre potenzialità. Ed avete anche una bella squadra di pallavolo che vuol continuare a crescere, una società ben organizzata che sta programmando il futuro con intelligenza e lungimiranza. Nulla è lasciato al caso e all’improvvisazione. Ci sono tutte le condizioni per fare bene e conoscendo molto bene Nino Di Giacomo posso dirvi che siete sulla buona strada. Vi auguro di ottenere i successi che meritate. Credete sempre in ciò che fate. Metteteci sempre il cuore”.

Per quest’anno niente play off. Ritenta sarai più fortunata. E se un po’ conosciamo il presidente Salvatore Moncada la sua Fortitudo Agrigento ci riproverà il prossimo anno con maggiore determinazione e, possibilmente, creando i presupposti tecnici adeguati per centrare l’obiettivo.

Si, perché quest’anno i biancazzurri hanno un po’ deluso le aspettative, specie nell’ultimo mese e mezzo della stagione regolare. Gli infortuni hanno reso ancora più complicato il compito (vedi in particolare Zilli ed Evangelisti) e qualche giocatore ha reso ad intermittenza ed ecco che la stagione agonistica della Fortitudo è terminata prima del previsto.

Cosa conservare di questa stagione? Sicuramente la serie A2 che per Agrigento, non dimentichiamolo, rappresenta lusso e prestigio.  Il prossimo anno la Fortitudo sarà ancora ai nastri di partenza dell’importante campionato nazionale. Conserviamo certamente le belle prestazioni della prima parte di campionato, diverse a sorpresa, che hanno consentito al roster di Franco Ciani di primeggiare, a sorpresa.

Cosa cestinare? Sicuramente gli infortuni, ma fanno parte del gioco e vanno accettati. Cestiniamo anche le prestazioni nelle quali la squadra non ha espresso il proprio gioco, si è annullata, si è rivelata inconsistente. In alcune partite i “giovani giganti terribili” della scorsa stagione si sono rivelati piccoli, piccoli.

Ma tant’è. La Fortitudo Moncada è ancora lì. Dopotutto anche centrando i play off, realisticamente non si poteva pensare di andare molto lontano anche se la squadra di Ciani in passato ha dimostrato il contrario. Ma molto difficilmente succede di arrivare in finale, a gara 5, contro Torino e fallire l’A1 per un tiro. Siamo realisti. Va bene anche così.

L’auspicio è che adesso si lavori per correggere e migliorare. Compatibilmente con le risorse economiche a disposizione, bisognerebbe ampliare e potenziare il roster. Alcune scelte vanno fatto, è innegabile. Coach Franco Ciani è ancora sotto contratto e, a meno di improbabili colpi di scena, dovrebbe ancora sedere sulla panchina di Agrigento. Con lui il presidente Moncada ed il ds Cristian Mayer programmeranno la stagione del riscatto. Guai a non sorridere. La Fortitudo Agrigento giocherà ancora in A2. Molte altre squadre scompaiono, stritolate dai debiti. La Moncada è un esempio e continuerà ad esserlo.

 

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