La sconfitta di Andria brucia. E’ arrivata ancora una volta ad un minuto dal termine, dopo una gara giocata in maniera accorta ma anche abbastanza rinunciataria in attacco.
Per salvarsi occorre dare ed osare di più e quest’Akragas (eccetto il derby col Catania) finora sembra stia pensando a non buscarle piuttosto che a suonarle. I limiti ci sono, è innegabile. I giovani stanno dando il massimo e non si stanno risparmiando ma per salvarsi a questo punto occorre vincere.
Le contendenti alla salvezza nell’ultimo turno di campionato hanno tutte fatto punti, tranne la Vibonese. Il Melfi ha addirittura rifilato due gol al Catania a domicilio.
Il cammino dell’Akragas si complica e la salvezza diretta si allontana. Il tecnico Di Napoli giustamente deve trovare le parole giuste per non rischiare di far abbassare l’asticella dell’attenzione e dell’applicazione al suo gruppo. Al termine della gara di Andria si è espresso così:
“Abbiamo cercato di fare la nostra partita contro un ottimo avversario. Conoscevamo la forza dell’Andria e i ragazzi hanno fatto una buona prestazione. Siamo stati ancora una volta poco cinici nelle ripartenze e nelle valutazioni dell’ultimo passaggio. Non abbiamo attaccato il loro portatore di palla e abbiamo preso l’ennesimo gol al 90esimo.
Nel secondo tempo potevamo fare male all’Andria con alcuni contropiedi di Salvemini e Palmiero, ma non siamo stati concreti. Nella prima frazione di gioco, invece, abbiamo sfruttato poco Sepe e Longo, e di conseguenze le fasce.
Sono molto dispiaciuto per la sconfitta. E mi dispiace tantissimo per i tifosi che si sono sobbarcati un lunghissimo viaggio per sostenere la squadra anche ad Andria.
Personalmente e come spirito di squadra siamo ottimisti. La squadra ha importanti idee di gioco. L’Akragas ha un concetto di calcio propositivo, ma la Fidelis Andria ha giocatori importanti per questa categoria e dispone di una panchina all’altezza dei titolari.
Quest’anno abbiamo sbagliato solo due partite a Fondi ed un tempo a Francavilla. Poi abbiamo sempre cercato di proporre, con umiltà, il nostro calcio.
L’obiettivo della società è la salvezza. Non importa se sarà diretta o attraverso i play out, l’importante è raggiungere il traguardo a fine stagione. Vogliamo rimanere in Lega Pro e faremo di tutto per salvarci”.
Riguardo la società tutto tace. Non ci sono sviluppi. L’Akragas evidentemente non interessa concretamente, a differenza di quanto accaduto a Messina. Ad Agrigento sembra quasi si aspetti la fine del campionato per mettere un punto. Il futuro resta un punto interrogativo. Perdere la Lega Pro sarebbe una sconfitta per tutti ma principalmente per chi, a vari livelli, l’avrà eventualmente determinata.