Il suo lavoro per conto dell’Akragas l’amministratore delegato Peppino Tirri lo ha portato a termine, adesso si concede alla stampa. Stamattina, insieme al presidente Silvio Alessi, ha incontrato gli operatori dell’informazione per fare un resoconto e chiarire alcuni aspetti del proprio rapporto con il club. Tirri ha evidenziato di aver portato avanti il mandato dell’assemblea dei soci, ovvero ridurre i costi.
“Mi sono mosso seguendo questa precisa direttiva societaria e mi sembra che ci siamo riusciti. Non è stato neanche molto difficile perché i nostri giocatori avevano diverse richieste. Le cessioni erano d’obbligo per contenere i costi. Abbiamo fatto del nostro meglio per salvare l’Akragas. Ciò che mi dispiace molto è sentire spesso il mio nome e sentirlo pronunciare da più parti (non solo dai tifosi). C’è chi ritiene che il problema dell’Akragas sia io e se facessi un passo indietro le cose all’interno del club migliorerebbero. Ed, allora, faccio un passo indietro per il bene di questa società e di tutti.
Mi dimetto e sarà l’assemblea dei soci a decidere se accettare o meno le mie dimissioni. E’ stato, inoltre, tirato in ballo mio figlio a proposito delle procure che, secondo qualcuno, divideremmo. Chi sostiene ciò non tiene conto che io sono assolutamente incompatibile con questa situazione per il ruolo che svolgo. Basta chiedere ai giocatori dell’Akragas quali siano i propri agenti. Mio figlio ha lavorato per l’Akragas ed è stato lui lo scorso anno a portare ad Agrigento giocatori quali Muscat e Dyulgerov. Sapete quanto ha guadagnato in un anno e mezzo? Tremila euro. Altri hanno imposto dei giocatori e quelle cifre percependo le stesse cifre in un solo mese, malgrado quei giocatori passeggino.