Dopo aver affidato al presidente Silvio Alessi il mandato per provare a vendere le quote di maggioranza, Marcello Giavarini ha voluto spiegare le ragioni che lo inducono a disimpegnarsi dall’Akragas. Lo ha fatto con una lettera inviata ai tifosi, alla stampa e più in generale alla città di Agrigento.
Eccola integralmente
“Inizio questa lettera con una breve premessa alla tifoseria akragantina. Questi due anni nella città di Agrigento, di cui ho avuto l’onore di portare il titolo simbolico di “Presidente Onorario dell’Akragas”, sono stati intensi e pieni di esperienza in un settore a me nuovo, il mondo del calcio. E come tutte le medaglie, i miei anni all’Akragas, hanno avuto una doppia faccia: vi sono stati momenti felici e momenti tristi. Per me la medaglia ha avuto la faccia della felicità più volte girata verso di me ed ecco perché vi avrò sempre e tutti nel mio cuore. Con questa lettera desidero chiarire alcuni punti, che credo siano doverosi, nei confronti della città e di chi mi dovrà subentrare.
Primo punto: La trattativa sulla cessione delle quote che Giavarini ha annunciato nel novembre del 2016.
Giavarini precisa: Le mie quote sono sempre a disposizione di chiunque le volesse. Giovedì 21 settembre 2017 ho lasciato una delega scritta a vendere le mie quote al Presidente Silvio Alessi a qualsiasi persona o società che lui, o l’avvocato Caponnetto, che è il motore di ricerca degli investitori, ritengano idonei a rappresentare l’Akragas. Per me è indifferente, non voglio, e non posso per motivi di tempo, presenziare ed entrare in merito alle trattative della cessione delle quote.
Secondo punto: La posizione di Giavarini nell’Akragas?
Nel novembre del 2016, attraverso una serie di comunicati stampa, mi sono disimpegnato dall’Akragas. Tra i motivi principali del mio disimpegno c’è stato il brutto feeling con una parte della tifoserie organizzata. In poche parole, mi ero stufato di mettere soldi e di ricevere in cambio insulti. Ricordo a tutti che fino ad oggi ho “regalato” all’Akragas 1.500.000 euro e due anni di campionato in Lega Pro. In questi due anni di mia gestione, come azionista di maggioranza, non ho mai preso un euro, ma ho solo dato soldi. Tutto questo mi aveva allontanato dalla città e dall’Akragas. Nel novembre del 2016 ho fatto una rimessa di soldi nelle casse dell’Akragas che sono serviti a pagare gli stipendi a tutti i tesserati e a tutti gli impiegati, e dopodiché ho comunicato il mio disimpegno a continuare ad investire nell’Akragas. Dal novembre del 2016, dunque, non sono più responsabile della vita sociale della Società.
Il risultato della mia assenza è stato che nel Marzo del 2017, cioè dopo 4 mesi dal mio disimpegno finanziario, l’allora Amministrazione dell’Akragas, con il Presidente Silvio Alessi e l’Amministratore delegato Peppino Tirri, che erano andati avanti per 4 mesi senza le mie coperture economiche, sono arrivati sull’orlo del fallimento. Il Presidente Alessi era pronto a consegnare i libri in Tribunale. Sempre il presidente Alessi, nel marzo del 2017, attraverso un comunicato stampa, ha invocato il mio aiuto economico per salvare l’Akragas dal fallimento. Per il bene e per il mio amore verso l’Akragas e, soprattutto, verso quella grande parte della tifoseria fatta di persone educate e che mi rispetta, e grazie alla stima che mi lega al presidente Alessi, ho rifinanziato l’Akragas fino al giugno del 2017, aiutandola a finire il campionato e a raggiungere la salvezza in campo. Tengo a precisare che il mio voler nuovamente finanziarie l’Akragas nel Marzo del 2017 non ha inteso significare il mio rientro in Società. Io rimango possessore delle quote fino alla cessione, ma in pratica avevo finito la mia missione nel maggio del 2017 con la salvezza dell’Akragas e della categoria.
In molti mi chiedono se c’è la possibilità di ritornare a finanziare l’Akragas”….
No! È la mia risposta. Ormai sono passati 10 mesi da quando mi sono disimpegnato. Desidero essere ricordato come il Presidente Onorario che ha dato all’Akragas la gioia di disputare due campionati in Lega Pro. Quello che dovevo dare l’ho già dato. Mi accorgo che ho bisogno di nuovi stimoli e sono pronto a cercarli in altre piazze. Oggi comunico il mio addio ufficiale alla Società. Siamo arrivati alla 5 giornata di campionato, al 26 settembre 2017, lascio la squadra in piena zona play off, al settimo posto in classifica. Vi comunico che tutti gli stipendi e contributi ai calciatori competenti al 16 settembre 2017 sono stati pagati. Il mio sogno è di vedere finalmente l’Akragas in mano agli Agrigentini, preferibilmente con un possibile rientro della vecchia dirigenza, insieme a nuovi soci. Il presidente Alessi e l’avvocato Caponnetto, nello scorso mese di luglio, mi hanno chiesto di fare un ulteriore prestito economico all’Akragas affinché la squadra potesse iscriversi al terzo campionato ed io per il bene dell’Akragas ho accettato. L’avvocato Caponetto, inoltre, mi aveva assicurato che la cordata “Romana” sarebbe subito dopo entrata in Società e avrebbe portato avanti il club. Avevo anche detto che se la “cordata romana” fosse davvero entrata, nel giugno del 2016, avrei ceduto le quote ad 1 euro, avrei annullato tutto il debito che l’Akragas aveva nei miei confronti di circa 1.400.000, accumulato a fino a Giugno 2017 per i due campionati precedenti. A chi dovesse subentrare chiedo di restituirmi l’ultimo prestito fatto all’Akragas nello scorso mese di luglio per l’iscrizione al terzo campionato.
Riconfermo quanto vi avevo già comunicato nel Novembre del 2016, cioè che mi reputo libero e moralmente a posto con la società, chiudo definitivamente il mio rapporto da finanziatore con la “societa Akragas”. La squadra Akragas rimarrà nel mio cuore e tiferò Akragas.
E’ giusto anche da parte mia rimettere la carica Onoraria di presidente dell’Akragas in modo che Alessi possa consegnarla al prossimo finanziatore. Per cui, al prossimo consiglio di Amministrazione, il presidente Alessi potrà accettare le mie dimissioni.
Avrei voluto darvi di più come promesso durante il mio esordio da socio nel 2015. Avrò fatto degli errori, ma ho sempre finanziato per il bene dell’Akragas. Credetemi, è dura fare calcio ad Agrigento, soprattutto per uno come me che vive all’estero.
Ringrazio tutti coloro che mi sono stati vicini in questi due anni, in primis tutti i numerosi e costruttivi tifosi che mi sono stati vicini, specialmente a quelli che vivono lontano da Agrigento che hanno apprezzato la mia buona fede e la mia lealtà nei confronti dell’Akragas. Ringrazio il presidente Silvio Alessi, il direttore generale Biagio Nigrelli per l’impegno profuso nella costruzione della nuova squadra, e poi ancora Nino Di Giacomo, l’avvocato Enzo Caponnetto, Gianluca Arnuzzo, l’addetto stampa Davide Sardo, e non per ultimi, l’assessore allo Sport Giovanni Amico e il Sindaco Lillo Firetto, che hanno a cuore le sorti dell’Akragas e faranno l’impossibile per salvarla.
Auguro al popolo Akragantino tanti successi e tanti anni di permanenza tra i Professionisti.
Marcello Giavarini