“Il superbo delirio di onnipotenza è la radice di ogni peccato. Tale delirio può assumere anche forme sociali e politiche, come hanno mostrato i totalitarismi del XX secolo e come mostrano oggi le ideologie del pensiero unico e della tecnoscienza, che pretendono di rendere Dio irrilevante e di ridurre l’uomo a massa da strumentalizzare”.
E’ uno dei passaggi contenuti nel messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2016. Il testo è stato presentato in Vaticano, nell’aula "Giovanni Paolo II", dal cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento. Accanto a Montenegro, monsignor Giampiero Dal Toso e monsignor Segundo Tejado Munoz, rispettivamente segretario e sottosegretario del Pontificio Consiglio Cor Unum.
Nel messaggio il Papa si rivolge ai ricchi esortandoli ad ascoltare le istanze dei poveri, ad usare la ricchezza per il prossimo.
“L’inferno è un eterno abisso di solitudine – scrive il Santo Padre -. La nostra fede si traduca in atti concreti e quotidiani, destinati ad aiutare il nostro prossimo. Il povero più misero si rivela essere colui che non accetta di riconoscersi tale: crede di essere ricco, ma è in realtà il più povero tra i poveri. Egli è tale perché schiavo del peccato, che lo spinge ad utilizzare ricchezza e potere non per servire Dio e gli altri, ma per soffocare in sé la profonda consapevolezza di essere anch’egli null’altro che un povero mendicante. E tanto maggiore è il potere e la ricchezza a sua disposizione, tanto maggiore può diventare quest’accecamento menzognero”.
Esso “arriva al punto da neppure voler vedere il povero Lazzaro che mendica alla porta della sua casa, il quale è figura del Cristo che nei poveri mendica la nostra conversione. Lazzaro è la possibilità di conversione che Dio ci offre e che forse non vediamo”.