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La Curva Sud dello stadio Esseneto di Agrigento gremita di tifosi La Curva Sud dello stadio Esseneto di Agrigento gremita di tifosi

Akragas, è un momento delicato della stagione. La società riflette.

Scritto da  Nov 15, 2016

Le riflessioni sono sicuramente positive. Aiutano a comprendere cosa non funziona, in cosa probabilmente si è sbagliato, ma soprattutto a valutare cosa si può fare per invertire la rotta. Per l’Akragas è un periodo delicato della stagione. Esattamente come un anno fa. Sono cambiati i protagonisti in campo ma la sostanza è la stessa. La squadra occupa la parte bassa della classifica e da alcune settimane sembra aver perso la strada della vittoria. Pareggi e sconfitte si susseguono e con esse la preoccupazione dei tifosi di poter perdere una categoria importante quale la Lega Pro.

La sconfitta nel derby di Siracusa ha lasciato l’amaro in bocca. Una partita si può perdere, anche perché c’è da confrontarsi con le motivazioni dell’avversaria. Ma quando vinci due a zero, rischi di fare il terzo gol, e poi nel secondo tempo crolli completamente ed, allora, qualcosa davvero non funziona.

Lo stesso tecnico Di Napoli a fine gara ha messo in evidenza proprio questo aspetto: il calo di intensità e di concentrazione nel secondo tempo. L’Akragas ha di fatto smesso di giocare, arrendendosi troppo presto al Siracusa.

Di Napoli ha riconosciuto che quella vista a Siracusa non è la sua squadra. Ed allora, ecco l’esortazione al gruppo ad assumersi le proprie responsabilità. Basta più alibi legati alla gioventù. L’Akragas deve correre e giocare con determinazione per 95 minuti altrimenti continuando così l’obiettivo salvezza è destinato a naufragare.

La società adesso cosa può fare? Cambiare la guida tecnica? siamo sicuri oggi basti, eventualmente, cambiare il condottiero? il gruppo è giovane, forse fin troppo inesperto, manca dell’esperienza in grado di fare la differenza in questa Lega Pro. Qualche giocatore occorre sicuramente. La società non ha mai nascosto questa necessità, compatibilmente con le ristrettezze finanziarie del club. Lo scorso anno alla riapertura del mercato sono arrivati calciatori in grado di migliorare la squadra: Di Grazia, Djulgerov e Muscat hanno elevato il tasso tecnico in difesa, centrocampo e attacco.

Quest’anno l’Akragas è nelle condizioni di poter fare lo stesso? L’auspicio è che non si disperda quanto di buono fatto in questi anni e che si resti uniti per il bene dell’Akragas. Intanto bisogna arrivare a gennaio e ci sono ancora diverse partite importanti, ad iniziare da quella di domenica col Messina. I tre punti diventano fondamentali per non precipitare ulteriormente in classifica.

La tifoseria deve continuare a fare la propria parte. Comprensibile la delusione e la preoccupazione ma in questo momento amplificare il malcontento potrebbe essere deleterio e non propositivo. Ed allontanarsi dalla squadra potrebbe esserlo ancor più. L’Akragas si ama sempre, ancor di più adesso.

Apprendiamo che la società sta riflettendo sul da farsi. L’augurio è che la riflessione porti buone nuove in casa Akragas.

Altra domanda ricorrente in questi giorni riguarda la società. Avrebbe potuto e dovuto fare di più? E’ chiaro, riteniamo, che avrebbe voluto fare di più in sede di mercato estivo. Ma c’è da fare i conti con il denaro in cassa e con le spese da affrontare per ripianare i debiti pregressi e per migliorare la qualità dello stadio Esseneto. Così è stato detto dai presidenti Giavarini ed Alessi nel mese di luglio. Di più oggi realisticamente questo gruppo dirigente non sembra possa fare.

La speranza è che altri imprenditori possano unirsi rafforzando il progetto Akragas. L'obiettivo comune deve essere il mantenimento della Lega Pro per poi pianificare il futuro possibilmente con maggiore serenità. 

 

 

  

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