Ancora grande incertezza sul futuro dell’Akragas. L’imprenditore iraniano Karimouee, pur confermando l’interesse a rilevare il club, non può procedere a causa dei problemi legati all’attuale situazione politico-economica che sta colpendo l’Iran.
Ed, allora, cosa si fa? Il tempo trascorre ed incombono le scadenze di giugno: stipendi e contributi da pagare per non subìre ulteriori penalizzazioni da scontare nella prossima stagione agonistica, e luglio quando bisognerà provvedere a versare la somma per l’iscrizione al prossimo campionato di serie D.
Karimouee ha scritto che intende rilanciare l’Akragas dando futuro alla società ma nel frattempo tra i tifosi cresce la preoccupazione. C’è da gestire l’immediato e iniziare a programmare la prossima stagione.
Cosa succederà? Chi lavora da tempo, non lesinando impegno e passione, alla complessa trattativa in questi giorni sta pianificando una soluzione tampone? L’Akragas è ancora oggi nelle mani di Silvio Alessi e spetterà a lui garantire fino al 30 giugno al pagamento degli emolumenti ai tesserati. L’incognita è rappresentata dal dopo.
Alessi da tempo afferma di non essere più in condizione di continuare. Ma, in mancanza di subentri, potrebbe essere chiesto proprio a lui di proseguire fino a quando la trattativa con gli iraniani non si definisca concretamente.
La questione Akragas resta intricata. Ad Agrigento ancora oggi, purtroppo, non si può parlare di calcio mercato e di futuro.
Il terreno di gioco ingiallito e abbandonato dello stadio “Esseneto” fotografa l’attuale situazione di grande incertezza tra abbandono e degrado.